Esiste qualcosa di più bello che sfogliare una rivista appena comprata? Accarezzare quelle pagine lisce appena stampate, che sanno di nuovo e che profumano di inchiostro. Immergersi nella sua lettura, consumare ogni singola parola e guardare ogni singola immagine, una ad una, provando a fantasticare su quali grandi storie e avventure essa porti con sè.
Spesso è così che mi approccio alla lettura, con un desiderio di conoscenza, di scoperta e di arricchimento personale e con un’emozione unica, quasi da bambina.
Emozione che non è certamente venuta meno quando mi sono trovata tra le mani il nuovo numero di Dispensa, Generi alimentari e generi umani. Soprattutto se penso che questo, in particolare, è un numero davvero speciale. Ora vi spiego tutto per bene, ma prima facciamo un passo indietro, solo per un attimo.
Innanzitutto, che cos’è Dispensa e di cosa parla?
Dispensa è un bookazine (più grande di un magazine e più piccolo di un libro) italiano e indipendente dedicato agli amanti del cibo e a tutto quel mondo che gli gravita attorno. Grazie all’originalità dei suoi contenuti e alla ricchezza delle sue pagine, è considerato un vero e proprio punto di riferimento nel settore gastronomico.
Creato nel 2013 da Martina Liverani e pubblicato con una frequenza semestrale, Dispensa dà voce a persone comuni, a piccoli artigiani o a piccole aziende che sentono l’esigenza di condividere la propria esperienza o semplicemente di esprimere il proprio pensiero in modo libero. E lo fa magistralmente, attraverso testimonianze raccontate in prima persona, illustrazioni e fotografie, che aiutano il lettore ad immergersi ancora di più nella storia e ad immedesimarsi con chi la racconta.
Ma cosa vuol dire rivista indipendente?
Con questo termine si va ad indicare un periodico la cui produzione non è riconducibile a nessun grande gruppo editoriale ma che si sostiene esclusivamente con le copie vendute. L’aspetto che caratterizza una simile rivista è la cura minuziosa, quasi artigianale, che si respira tra le pagine e la sana libertà della loro voce. Ed è proprio questa la peculiarità che mi colpisce di più.
Sperimentazione, creatività, freschezza: sono solo alcune delle parole chiave che contraddistinguono una rivista indipendente, il cui obiettivo è principalmente quello di raccontare nuovi temi e nuovi punti di vista attraverso sguardi diversi e diverse modalità di espressione.
Anche la destinazione cambia, poiché, a differenza di una rivista tradizionale che punta a una massima divulgazione, quella indipendente tende a rivolgersi ad un pubblico più di nicchia, consapevole del prodotto che ha in mano e, in un certo senso, anche più fidelizzato.
Dopo questo breve excursus, torniamo a noi e a quest’ultimo numero di Dispensa così speciale.
Come tutti sappiamo, a partire dallo scorso 16 maggio la Romagna è stata colpita da un’alluvione disastrosa, che ha visto coinvolta, tra le tante altre zone, anche Faenza, città in provincia di Ravenna dove sono situati l’archivio e il deposito della casa editrice di Dispensa.
Sicuramente ci sono stati tanti altri danni ben peggiori, ma, come dice la stessa redazione: “Dispensa non è solo le sue copie di carta, Dispensa è chi la legge, chi la scrive, chi l’ha sempre sostenuta in questi anni. Soprattutto, Dispensa è di chi ha sposato il progetto di indipendenza e originalità e si riconosce in quei generi umani e generi alimentari che abbiamo sempre raccontato”.
A fronte di ciò, come reazione positiva alla distruzione che questa calamità ha portato con sé, la redazione ha deciso di dare il proprio contributo dedicando il nuovo numero della rivista alla Romagna e al suo popolo. Raccontando le storie, anche drammatiche, di chi questa alluvione l’ha vissuta in prima persona, ma ponendo l’accento soprattutto sulla loro volontà di riscatto e di rinascita.
“Terre fragili e sentieri sterrati”
Anche il nostro team, nella figura di Benedetta, romagnola d’origine, ha voluto dare il suo contributo a questo volume, scrivendo due articoli e curando le fotografie che li accompagnano.
Si tratta di racconti che vedono come protagoniste due realtà enogastronomiche legate al paese di Tredozio (FC), dove Benedetta è nata e cresciuta. Molto diverse tra loro nella forma (uno un bed & breakfast in centro con una cucina ricercata, l’altro un agriturismo fuori porta dallo stile più rustico e con ospitalità rurale), ma accomunate entrambe dallo stesso contenuto: l’amore per la propria Terra, per tutto ciò che essa è in grado di offrire e il desiderio di comunicare questo amore attraverso il linguaggio del cibo.
Non voglio svelarvi di più, ma lasciare a voi la scoperta della ricchezza che questa rivista potrà offrirvi. Potete, se volete, acquistare la vostra copia sullo shop di Dispensa, al costo di 30 euro.
Spero di aver stimolato, anche solo per un attimo, la vostra curiosità e di avervi ispirato alla lettura di Dispensa. Non so se già la conoscevate, ma vi assicuro che è un incontro di cui non vi pentirete.